Concerto di Primavera – Basilica di San Giovanni Maggiore

martedì 22 marzo 2016, ore 19.00
Basilica di San Giovanni Maggiore
Rampe di San Giovanni Maggiore, 14

Concerto di Primavera dell’Università di Napoli
con la Nuova Orchestra Scarlatti

concerto riservato al personale dell’Università Federico II di Napoli

info: www.f2cultura.unina.it/concerto-di-primavera/

programma

A. Scarlatti
Aria (Largo)

W. Williams
Sonata In imitation of birds per quintetto a fiati *

G. Fauré
Sicilienne op. 78 (orchestr.: D. Brasiello)

K. Weill
Die Moritat von Mackie Messer e Der Kanonensong
da ‘Die Dreigroschenoper’ (orch.: L. Nini)

Moondog (L. Th. Hardin)
Stamping ground, Santa Fé, Pastoral (orch.: F. Odling)

A. Vivaldi     
Sinfonia per archi Al Santo Sepolcro

G. B. Pergolesi  
Vidit suum dulcem natum **
dallo ‘Stabat Mater’

W. A Mozart
Ave Verum K 618 ***

J. Sibelius 
Andante festivo op. 117a

D. Šostakovič
Valzer n. 2
dalla Suite per orchestra

J. Strauss  jr.
Leichtes Blut  Polka Schnell op. 319

G. F. Händel
Minuetto

* flauti Luigi Greco, Luigi Cerri  clarinetto Michele Grieco  corno Simona Amazio  fagotto Giacomo Lapegna
** soprano Sabrina Messina
*** “Liceo in Coro”  (dir.: Sabrina Messina)

NUOVA ORCHESTRA SCARLATTI
Orchestra Scarlatti JUNIOR
Scarlatti per Tutti

direttori
Gaetano Russo, Federico Odling, Marco Scialò

Per questo primo Concerto di Primavera dell’Università Federico II di Napoli la Nuova Orchestra Scarlatti propone un programma che intreccia l’ispirazione del periodo pasquale non solo con accenti di meditazione e di festa tratti dal repertorio barocco e classico, ma anche con momenti del ‘900 musicale che in vario modo hanno dato voce agli ultimi, agli esclusi, nonché alla denuncia delle ingiustizie e delle oppressioni di ogni segno.

Si comincia nel nome di Alessandro Scarlatti (1660-1725), sommo ordinatore delle architetture barocche e padre nobile della nostra civiltà musicale, con l’onda melodica suadente e malinconica della sua Aria. Segue il primaverile quadro sonoro della Sonata In imitation of birds dell’inglese William Williams (1677-1704) e poi lo squarcio sognante della Sicilienne di Gabriel Fauré (1845-1924), maestro raffinato ed elegante che traghetta la musica francese dal tardo romanticismo alle trasparenze del simbolismo. Ed eccoci tuffati nel pieno dei contrasti del XX secolo con versioni strumentali ad hoc della celebre Die Moritat von Mackie Messer ( ‘La ballata di Mackie Messer’) e del sarcastico Der Kanonensong (‘La canzone dei cannoni’), brani tratti entrambi dalla Dreigroschenoper (‘L’opera da tre soldi’), geniale ricreazione brechtiana della settecentesca Beggar’s Opera di John Gay, musicata da Kurt Weill (1900-50) e andata in scena per la prima volta nel 1928 nella Berlino incandescente della Repubblica di Weimar: l’epopea fantastica di Mackie nei bassifondi dell’esistenza, tra ladri, assassini, prostitute, è restituita da Weill in un’invenzione che mescola con impassibile ironia forme classiche, balli popolari, musica di strada, e traccia un  disegno acuminato delle violenze, ipocrisie e angosce della società del suo tempo, che poco o nulla ha perso della sua bruciante attualità.  Alla denuncia di Weill e Brecht fanno da ideale controcanto le particolarissime invenzioni musicali di uno dei più singolari protagonisti della scena underground newyorkese della seconda metà del ‘900: Moondog  (al secolo Louis Thomas Hardin, 1916-99). Poeta, cosmologo, inventore di strumenti e, soprattutto, musicista di strada, egli è stato il leggendario ‘Vichingo della 6a Avenue’ che ha trasformato per decenni un marciapiede di New York nel celebre ‘Moondog’s Corner’, teatro delle sue esibizioni da grande outsider della cultura del Nuovo Mondo nutrito di vincoli profondi con la Vecchia Europa continentale, ispiratore dei minimalisti americani come anche di gruppi del cosiddetto ‘post-rock’. L’intimità delicatissima della Pastoral di Moondog ci introdurrà all’atmosfera della Pasqua e alla Sinfonia al Santo Sepolcro di Antonio Vivaldi (1678-1741), pagina in cui il musicista veneziano immerge le antiche polifonie sacre in un colore acceso e moderno di attesa, di vigilia spirituale; un clima che si riverbera nella visione dolce e dolente della Madonna ai piedi della croce nella sequenza Vidit suum dulcem natum tratta dallo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736), suprema sintesi di passione meridionale e religiosità, e poi ancora nella soave semplicità della contemplazione del corpo di Cristo nell’Ave Verum di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791).

La meditazione cederà man mano il passo a un’atmosfera di celebrazione e di primavera con il fervido Andante festivo del filandese Jean Sibelius (1865-1957) e poi con il Valzer di Dmitrij Šostakovič (1906-75) – immortalato dalla colonna sonora di Eyes Wide Shut – uno di quei piccoli ‘messaggi nella bottiglia’, poetici ed ironici, che il grande compositore russo lanciava contro l’ottuso terrore della censura e del totalitarismo.

Il programma si concluderà quindi in un crescendo di festa con Leichtes Blut, frizzante polka veloce di Johann Strauss jr. (1825-99), e con la semplice e coinvolgente gioia di un Minuetto di Georg Friedrich Händel (1685-1759), uno dei protagonisti, come il nostro Scarlatti, del vertice del Barocco musicale europeo.
Enzo Viccaro

Programma di sala