Terza matinée – Teatro Diana, Napoli

Domenica 28 marzo 2010 – ore 11:30
Teatro Diana – Napoli

incontri con la nuova orchestra scarlatti

I Fiati della NUOVA ORCHESTRA SCARLATTI
musiche di F. J. Haydn, C. Debussy, N. Rota, B.  Britten, F. Farkas, K. Penderecki, A. Salieri, F. Mendelssohn, A. Dvořák

Domenica 28 marzo, ore 11.30, terza matinée al Teatro Diana,
stavolta  in compagnia dei Fiati della Nuova Orchestra Scarlatti, in un programma che alterna suggestivi interventi solistici al gruppo strumentale che si allarga progressivamente a ventaglio,aggiungendo man mano lungo il percorso nuovi colori.

Si parte con la serena conversazione del Divertimento per quintetto di fiati di Franz Joseph Haydn,(con il famoso tema del “Corale di S. Antonio” nell’andante centrale), poi Tommaso Rossi proporrà Syrinx per flauto solo, pagina e arcaica e modernissima insieme con cui Claude Debussy inaugura il ‘900.
E si resta nel ‘900, ma alla larga dai furori delle avanguardie, con la vena ironica e sorridente del nostro Nino Rota e della sua Petite offrande musicale per quintetto di fiati, pagina leggera e deliziosa nata nel difficile 1943.

Ancora un ‘900 felice, prima con Pan dalle Sei metamorfosi op. 49 per oboe solo (ispirate a Ovidio) di Benjamin Britten, brano eseguito da Umberto D’Angelo, poi con le Antiche danze ungheresi in cui Ferenc Farkas mescola allegramente antiche cadenze magiare e accenti stravinskiani.
Quindi il discorso si concentra improvvisamente nel breve e vertiginoso respiro,(inizio lento e profondo, repentina accelerazione e salita, poi giù in picchiata a ricadere nel  nulla) del Preludeper clarinetto solo del grande compositore polacco vivente Krzysztof Penderecki,interpretato da Luca Cipriano.

Si arricchisce la paletta dei timbri strumentali e si torna alla più luminosa atmosfera classico-romantica prima con una rara pagina di Antonio Salieri, ricca di intima eleganza neoclassica, l’Armonia per un tempio della notte per otto strumenti, poi con il Notturno op. 24 per 11 strumenti in cui Felix Mendelssohn, appena quindicenne, riprende atmosfere mozartiane e già anticipa l’impulso fatato delle sue musiche per il ‘Sogno di una notte di mezza estate’.
Tutto culmina infine nello slancio vitale della Danza slava n. 9 di Antonín Dvořák.