Domenica 13 marzo 2011 – ore 11:30
Teatro Diana – Napoli
D. Gallo – Trio-sonata in sol per archi
G.B. Pergolesi – Stabat Mater
cristina grifone, soprano
paola esposito, mezzosoprano
NUOVA ORCHESTRA SCARLATTI
luigi de filippi, primo violino concertante
- Omaggio a un mito
Quando Giovanni Battista Pergolesi approda dalla nativa Iesi alla nostra città nel 1723, ragazzo di appena tredici anni, Napoli è uno dei centri più musicali dell’Occidente, anzi, come scrive enfaticamente qualcuno, «la capitale mondiale della musica». E musica è infatti dappertutto: nei teatri, nelle chiese, nei conservatori – fucine d’arte all’avanguardia in Europa –, ma anche nei palazzi e nelle strade affollate da una delle più vaste popolazioni urbane del vecchio continente.
Il giovanissimo Pergolesi, educato da grandi maestri – Francesco Durante e Leonardo Vinci innanzitutto – nutre il suo precocissimo genio con la pluralità di mondi sonori di questa grande città di cultura e di popolo: la raffinata dottrina polifonica e il gesto plebeo, la liturgia e la scena, il sublime e il buffo. Non ne esclude nessuno, tutti li assorbe e li reinventa con il suo inconfondibile segno che in una manciata di anni – dal 1730 circa al 1736 (quando muore stroncato dalla tisi ad appena 26 anni di età) – fonde e rinnova stili e generi e rivoluziona le scene: un segno di inesauribile vitalità melodica e ritmica che aderisce al respiro stesso della vita e dei sentimenti reali, un segno di ironia e sensualità, di teatralità e dolce intimità, quello che anima i suoi celebri intermezzi e le sue opere buffe, la radice del suo mito che dilagherà per tutta Europa, infiammando gli animi di Rousseau e degli Illuministi. - il programma
Il segno che ritroviamo anche in una grande pagina religiosa, l’estremo capolavoro, quello Stabat Mater per due voci e archi che tradizione vuole che il giovane musicista porti a termine nel marzo del 1736 nel Convento dei Cappuccini di Pozzuoli, pochissimi giorni prima di soccombere alla «tabe ettica» che ne ha segnato il destino fino dall’infanzia. L’antica sequenza dello Stabat – attribuita a Jacopone da Todi – ci restituisce con la teatralità commossa della laude medioevale la cronaca dello strazio della Madre avvinghiata alla croce del Figlio morente, e sentiremo come Pergolesi l’avvolge con un respiro musicale mobilissimo che sa essere sublime e tenero al tempo stesso, “estrema umanizzazione del sacro, (…) sottile scavo psicologico dell’esperienza religiosa” (G. Carli Ballola). Ascolteremo, ad esempio, le note lunghe e sublimi dello Stabat Mater dolorosacurvarsi a tratti nella tenerezza calda e sensuale tipica dello stile napoletano, gli emozionanti cromatismi del Quis est homo, solenni e morbidi insieme, o ancora, l’abbandonata, paradisiaca dissolvenza del Quando corpus morietur… - E all’accesa interiorità dello Stabat faranno da controcanto gli accenti briosi della Trio-sonata in sol per archi, ravvivata dallo spirito delle maschere della Commedia dell’arte: una delle tantissime pagine attribuite per secoli a Pergolesi – omaggio involontario alla resistenza e ubiquità della sua leggenda nel tempo – e solo recentemente restituite ai suoi veri autori, (in questo caso, con tutta probabilità, Domenico Gallo, violinista e compositore veneziano nato intorno al 1730).
Questo brano è reso celebre dal fatto che Igor Stravinskij ne ha fatto l’incipit del suo celebre balletto Pulcinella (1919), manifesto-capolavoro del neoclassicismo musicale, intessuto di rielaborazioni di altri brani settecenteschi, molti dei quali autenticamente pergolesiani, (tanto per ricordarci che Napoli, all’inizio del XX secolo, era ancora capace, nel segno vivo di una tradizione e di un mito fecondo, di incrociare momenti di svolta dell’arte europea…)
posto unico 12 €
abbonamento a 3 concerti 24 €
TEATRO DIANA
via luca giordano 64
botteghino
081 5567527 | 081 5784978
nuova orchestra scarlatti
081 410175
Biglietti acquistabili presso il botteghino del Teatro, on line su www.azzurroservice.net e presso le prevendite Ticket On line