Note Giovani in Campania – Auditorium RAI di Napoli

Itinerari per le ragazze e i ragazzi delle Scuole campane
attraverso suoni miti, memorie della nostra terra

Un  progetto della Nuova Orchestra Scarlatti per le ragazze e i ragazzi delle Scuole campane
promosso e finanziato dall’Assessorato all’Istruzione della Regione Campania

Brani vocali e strumentali attraverso i secoli
della tradizione e della civiltà musicale campane
di G. B. Pergolesi, D. Cimarosa, G. Donizetti e al.

17, 18, 24, 25 novembre – 1, 2, 9, 11,15, 16 dicembre 2008
Auditorium “D. Scarlatti” della RAI di Napoli

Note Giovani in Campania
La risposta del territorio

Il progetto Note Giovani in Campania, promosso e finanziato dall’Assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Campania, è stato concepito e realizzato dalla Nuova Orchestra Scarlatti per le ragazze e i ragazzi degli Istituti di istruzione primaria del nostro territorio regionale.  Il progetto si è articolato in un ciclo di dieci appuntamenti musicali che si sono svolti tra il 17 novembre e il 16 dicembre 2008 nell’ampia e prestigiosa cornice dell’Auditorium della RAI di Napoli, (messo a disposizione dalla dirigenza del locale Centro di Produzione RAI, prezioso partner dell’iniziativa), e ha registrato la partecipazione e il caloroso consenso di oltre 7.600 allievi di età mediamente compresa tra i 10 e i 14 anni, più i loro docenti accompagnatori (in numero di circa 550), provenienti da 57 Istituti dislocati nelle Province di Napoli, Caserta, Avellino e Salerno.

Il percorso

Il programma, animato e coordinato dal M.° Gaetano Russo (direttore artistico della Nuova Scarlatti e ideatore del progetto) era arricchito dalla presenza, accanto ai componenti della Nuova Orchestra Scarlatti, di Romeo Barbaro, ricercatore delle tradizioni musicali campane, esperto esecutore di tammorra vesuviana, con alle spalle anni di esperienza di laboratori didattico-musicali, e del giovane soprano napoletano Cristina Grifone.

Il percorso nella memoria musicale campana partiva dal primo canto di protesta della Napoli sveva del ‘200 (l’intenso Ritornello delle lavandaie del Vomero, proposto suggestivamente fuori campo dalla voce popolare di Romeo Barbaro), per giungere poi a una panoramica sulla Napoli popolare e aristocratica insieme, dei Teatri partenopei del Settecento, (il Teatro dei Fiorentini, il San Bartolomeo, poi il Teatro di San Carlo), con il Pergolesi innovatore de Lo frate ‘nnammorato e i fremiti rivoluzionari di libertà travestiti nelle esilaranti arie di un’operina buffa di Domenico Cimarosa (Li sposi per accidente), accolta con particolare interesse e divertimento dal giovane pubblico.

Un intermezzo sul filone contadino “di terra” della tradizione partenopea, “dal setaccio alla tammorra” e sull’origine e i segreti espressivi della tarantella, in dialogo tra Gaetano Russo e Romeo Barbaro, conduceva poi a un gioco musicale a cui le ragazze e i ragazzi hanno risposto sempre con grande e viva partecipazione, un gioco tutto incentrato sull’Orchestra e le sue simmetrie interne come metafora di una società “armoniosa”, fondata sul rispetto individuale e collettivo delle regole: un momento di educazione all’ascolto come strategia di “valorizzazione della relazione con se stessi e con il prossimo”, uno degli obiettivi formativi di fondo del progetto.  In un gioco continuo di accostamenti tra vicenda colta e popolare, ecco poi un canto cilentano O mamma, ca mo vene, in un’originale versione scenico-musicale elaborata ad hoc per esemplificare la dimensione dell’ospitalità dell’«altro da sé» insita nella civiltà contadina dell’entroterra campano.

Poi la Napoli dell’800 – una delle capitali europee della nascente industria culturale della canzone – è stata rappresentata da Donizetti e da Te voglio bene assaje, la prima canzone moderna vincitrice di un festival (la Piedigrotta del 1839).   Il Novecento giungeva con la ventata di libertà immediatamente successiva alla terribile esperienza del secondo conflitto mondiale e con il mito giovanile americano, sintetizzati in una particolarissima elaborazione strumentale di Tuo vo’ fa’ l’americano: una versione trascinante del celebre brano sempre molto gradita dai ragazzi; e molto apprezzato anche il vivacissimo finale che chiudeva il cerchio tra passato e presente, una modernissima rielaborazione di Cicerenella, tarantella risalente al XIV secolo, che proponeva in serrata successione le componenti fondamentali del percorso: la tammorra, la voce, l’orchestra.