Le Stagioni – Museo Diocesano, Napoli

Sabato 14 maggio 2011 – ore 19:00
Museo Diocesano di Napoli

B. MARINI
Balletto

A. SCARLATTI
Aria “Ma so ben qual chiudo in petto”  dall’oratorio La Giuditta  (1695)
Rec. e Aria “Se ritorno”  dall’oratorio La Giuditta  (1710 ca.)

A. VIVALDI
Le Stagioni
Concerto in mi magg. op. 8 n. 1 – La Primavera
Concerto in sol min. op. 8 n. 2 – L’Estate
Concerto in fa magg. op. 8 n. 3 – L’Autunno
Concerto in fa min. op. 8 n. 4 – L’Inverno

soprani Leslie Visco, Angela Luglio

Ensemble Barocco della Nuova Orchestra Scarlatti
cembalo Marianna Meroni

violino solista e direttore Luigi De Filippi

Un programma ricco di colori e suggestioni diverse. Si parte con una pagina di metà ‘600 che ha il fascino di un’aurora, quella del moderno linguaggio strumentale che sgorga dall’unione tra intensità del canto e spirito della danza: il Balletto per archi del violinista bresciano Biagio Marini, prototipo di quella gloriosa schiera di compositori-virtuosi italiani che, passando per Vivaldi e culminando in Paganini, ha dettato legge in Europa.

Ci spostiamo tra fine ‘600 e inizio ‘700 con due potenti scene musicali tratte da due oratori del nostro grande Alessandro Scarlatti entrambi dedicati alla figura di Giuditta, l’eroina biblica che libera il suo popolo dall’oppressione degli Assiri seducendo e uccidendo Oloferne: guerriera indomita nell’aria Ma son ben qual chiudo in petto, pagina di scattante vigore che già fa pensare a Händel (che all’epoca aveva appena 10 anni!); donna provocante e fatale nella sospesa intensità del bellissimo arioso Se ritorno.

(L’oratorio, ricordiamolo, è quella geniale invenzione del barocco musicale che mescolando audacemente sacro e profano intendeva avvicinare alla fede per mezzo di tutte le lusinghe sensuali di un vero e proprio melodramma senza scena).

E arriveremo infine al cuore del programma con una particolare esecuzione cameristica delle pagine più celebri e amate di Antonio Vivaldi, Le quattro stagioni (pubblicate nel 1725), capolavori di estro e invenzione: non semplici imitazioni della natura e degli uomini, ma straordinari ‘paesaggi sonori’ in movimento, che trasfigurano costantemente i mille spunti descrittivi (il “capraro” che dorme nella dolce primavera, l’improvvisa burrasca d’estate, le allegre libagioni e le cacce  autunnali, l’intimità del focolare d’inverno… ) in una festa continua di pura fantasia musicale.

PRIMAVERA MUSICALE 2011

sabato 16 aprile OMAGGIO A PERGOLESI, ore 19.00
sabato 30 aprile PASSIONI ALL’OPERA, ore 19.00
sabato 7 maggio IN CORO, ore 19.00
sabato 14 maggio LE STAGIONI, ore 19.00
sabato 21 maggio HAYDN/MOZART/RAVEL, ore 19.00
sabato 28 maggio ENSEMBLE BAROCCO, ore 19.00
sabato 4 giugno BRASS CONCERTO, ore 19.00
sabato 11 giugno DALLA VILLANELLA AL TANGO, ore 19.00

MUSEO DIOCESANO
largo donnaregina, napoli

biglietti
posto unico  12 €
abbonamento a 8 concerti  60 €
abbonamento a 5 concerti  40 €
prevendita
on line su www.azzurroservice.net
e presso le prevendite abituali
vendita
botteghino museo il giorno del concerto

IL BIGLIETTO COMPRENDE LA VISITA GUIDATA DEL MUSEO E DELLA MOSTRA “I BUSTI D’ARGENTO DI SAN GENNARO”, DOPO IL CONCERTO

informazioni
[email protected]
081 410175

Mostra   “I busti d’argento di  San Gennaro”

Ad arricchire il già opulento patrimonio artistico del Museo Diocesano di Napoli, dall’8 aprile al 12 giugno 2011 sono in mostra nelle sale della sacrestia e dell’antisacrestia alcuni dei busti reliquiario d’argento facenti parte del ricchissimo Tesoro di San Gennaro.
Le opere per la maggior parte di artisti napoletani del settecento come Lorenzo Vaccaro, Giovan Domenico Vinaccia, Francesco Del Giudice, Giuseppe Sammartino ritraggono alcuni dei 51 patroni di Napoli, tra cui spiccano quello di San Domenico con i suoi simboli, Santa Maria Egiziaca in estasi, il bellissimo San Giuseppe con vesti finemente decorate ad intarsi floreali tipicamente tardo barocchi.
Inoltre a suggellare il percorso, degli splendidi pezzi sacri d’oro e d’argento, come calici e cartegloria recanti i prestigiosi simboli di San Gennaro.
Gli argenti rappresentano una parte importante del Tesoro di San Gennaro che soprattutto nei secoli XVII e XVIII ebbero molta importanza nella devozione popolare. I numerosi busti vennero commissionati da confraternite, chiese e monasteri in onore dei loro patroni e poi affidati alla custodia della Cappella del Tesoro di San Gennaro dalla quale uscivano per essere portati in processione in occasione delle varie feste religiose. Questi capolavori di rara bellezza rappresentano un unicum dell’arte e dell’artigianato di Napoli, ma anche la testimonianza dell’immenso culto e della profonda devozione della città per il suo santo patrono San Gennaro.

 

locandina Primavera Musicale 2011