Mercoledì 7 Novembre 2012, ore 20.00
Prinzregententheater, Monaco di Baviera
Azione-Concerto
Tableaux vivants “Caravaggio e i Caravaggeschi”
Tableaux vivants realizzati da Teatri 35 su musiche eseguite dal vivo dalla Nuova Orchestra Scarlatti
Il suono muove il gesto, il gesto crea l’immagine, l’immagine incarna la musica
TEATRI 35
in scena Gaetano Coccia, Francesco O. De Santis, Antonella Parrella
disegno luci Davide Scognamiglio
tecnico luci Gennaro Maria Cedrangolo
NUOVA ORCHESTRA SCARLATTI
primo violino concertante Paolo Chiavacci
clarinetto Gaetano Russo
soprani Cristina Grifone, Maria Anelli
Ingresso: € 35
Prenotazioni & Biglietti: Valentina Bensi, 089 999 432 94-0162 6350 288, valentina.bensi @ gmail.com
Per ulteriori informazioni: Francesca Giudice, 0173 24 49 051 [email protected],
ORGANIZZATO DA: ALL ABOUT ITALY – CAMERA DI COMMERCIO ITALO-TEDESCA
MAIN SPONSOR LANCIA
IN COLLABORAZIONE CON: Fondazione Nuova Orchestra A. Scarlatti, Teatri 35, Forum Italia
SOTTO IL PATROCINIO DEL: Consolato Generale d’Italia e Monaco di Baviera
CO-SPONSOR: ILLY – HOTEL DE RUSSIE Roma – HOTEL SAVOY Firenze
www.italcam.de/index.php/Eventi.html?month=201211
Tableaux Vivants – Caravaggio e i Caravaggeschi
La performance dei tableaux vivants affonda le radici in un’esperienza laboratoriale di svariati anni che pone al centro il corpo dell’attore.
Arrivare alla costruzione del quadro non è il fine; ciò che viene ricercata è una modalità di lavoro in cui il corpo è semplice strumento, un mezzo alla pari di una stoffa o di un cesto. Il singolo attore in scena compie azioni sonore, azioni inserite in una partitura musicale in cui ogni gesto è in funzione di una meccanica, di un ingranaggio in cui ciò che viene eseguito è strettamente necessario.
Nulla è lasciato al caso così come nulla è superfluo. La dinamica della costruzione trova il suo equilibrio nella sospensione musicale di uno stop, nel fermo immagine di un’azione in divenire che costringe il corpo ad una tensione muscolare viva e pulsante.
In questa ricerca “Caravaggio e i Caravaggeschi” sono per Teatri 35 un materiale infinito da cui trarre stimolo; un veicolo di recupero della teatralità che ha permesso di trasformare in atto scenico il lavoro sul corpo che, colto nella sua intrinseca condizione di imperfezione, si mostra attraverso il pudico gioco tra luce e ombra che svela senza mostrare e rimanda senza ostentare.
I tre attori in scena, con movimenti e gesti semplici ma calibratissimi, costruiscono in diretta dinanzi al pubblico, in un gioco di alternanze tra lente preparazioni e illuminazioni improvvise, tableaux vivants raffiguranti alcuni capolavori di Caravaggio e dei Caravaggeschi, sulla musica interamente eseguita dal vivo – e qui sta la novità e la suggestione particolare della performance – dalla Nuova Orchestra Scarlatti.
Così su di un percorso musicale che intreccia in un flusso sonoro continuo pagine tratte dalloStabat Mater di Pergolesi, da Concerti di Corelli, Locatelli, Händel, da Purcell, Albinoni, e infine la celebre aria händeliana Lascia ch’io pianga, vengono evocati, con un notevole effetto di adesione all’originale e insieme di viva presenza, quadri quali la Crocefissione di Sant’Andrea e San Matteo e l’Angelo di Caravaggio, la Giuditta e Oloferne di Artemisia Gentileschi, la Morte di Cleopatra di Guido Reni, il Sansone e Dalila di Rubens e molti altri.
I tableaux vivants sono introdotti da una sequenza solo musicale che accosta suggestivamente due compositori napoletani che, a distanza di secoli, testimoniano l’originalità e la vitalità della civiltà partenopea nel panorama europeo.
Francesco Durante (Frattamaggiore 1684 – Napoli 1755), grande maestro di tutto il secolo d’oro dell’opera napoletana, (tra i suoi allievi troviamo Pergolesi, Paisiello, Jommelli, Piccinni, ecc.), non scrive una sola nota per la scena e distilla la sua più avanzata sperimentazione stilistica in otto Concerti per archi composti probabilmente tra il 1730 e il 1740. Egli muove i congegni dell’antico contrappunto con somma sapienza, (così che Rousseau poteva affermare entusiasta: “Durante, il più grande armonista d’Italia, dunque del mondo!”), e insieme ne spiazza dall’interno gli equilibri con continui scarti e irrequietezze delle tonalità, dei ritmi e delle armonie, tanto da raggiungere temperature espressive nuove e ardite per il suo tempo. Le ritroviamo nel Concerto n.4 in mi minore, nelle assorte polifonie dell’Adagio iniziale, ricco di cromatismi, nel brioso inciso che nel Ricercare dà l’avvio ad uno splendido fugato, nel Presto conclusivo che in un’infuocata ridda sonora giunge dal pianissimo iniziale al fortissimo degli ultimi accordi. “Durante, il maestro indiscusso del ‘contrappunto sentimentale’ ”, annotava André Grétry, centrando così il ‘caravaggismo’ musicale del maestro partenopeo.
Mario Pilati, (Napoli, 1903 – 1938), è sicuramente il musicista napoletano più cosmopolita del primo ‘900. Pur scomparso a soli 35 anni, ha avuto comunque il tempo di incrociare un melos squisitamente mediterraneo, ampio e disteso, con un solido senso costruttivo brahmsiano e suggestioni armoniche e timbriche alla Debussy. Il tutto con una pronuncia sempre personale, viva e risentita, che Gianandrea Gavazzeni ha felicemente definito “un barocco meridionale pieno di estri cantanti e di slanci”, (di qui le assonanze sia con Durante, sia con Caravaggio). Accenti che ritroveremo in Inquiétude, studio melodico pubblicato a Parigi nel 1930 originariamente per violoncello (o viola, o clarinetto) e pianoforte; la trascrizione per clarinetto e archi che proponiamo espressamente per questo programma ne esalta la tinta di scura e struggente malinconia.
il programma
F. Durante Concerto per archi n. 4 in mi min.
M. Pilati Inquiétude per clarinetto e piccola orchestra
G. B. Pergolesi Stabat Mater dolorosa
A. Corelli Grave e Vivace dal Concerto Grosso op. 6 n. 3
P. A. Locatelli Largo dal Concerto Grosso op. 1 n. 11 in do min.
A. Corelli Vivace, Andante e Vivace dal Concerto Grosso op. 6 n. 7
H. Purcell Pavana in sol min. per archi
T. Albinoni Adagio dal Concerto per oboe op. 9 n. 2 (ob.: D. Rinaldi)
G. F. Händel Largo e piano dal Concerto Grosso op. 6 n. 7
G. F. Händel Lascia ch’io pianga dal Rinaldo
i quadri rappresentati
Caravaggio Crocefissione di Sant’Andrea (1600)
M. Stanzione Pietà (1621-25)
M. Preti Il convitto di Assalonne
A. Gentileschi Giuditta e Oloferne (1612-13)
Caravaggio San Matteo e l’Angelo (1602)
G. Reni Morte di Cleopatra (1595-98)
Caravaggio Madonna dei Pellegrini (1604)
B. Manfredi Castigo di Cupido (1605-10)
Caravaggio Salomé con la testa del Battista (1609)
B. Cavallino Santa Cecilia in estasi (1645)
Rubens Sansone e Dalila (1609 ca.)
J. de Ribera (attr.) San Giacomo (1632-35)
A. Vaccaro Compianto sul Cristo Morto (1604-1670)
V. de Boulogne Allegoria d’Italia (1628-29)