Echi di Napoli a Mercogliano – Abbazia del Loreto di Mercogliano (AV)

Domenica 18 Settembre 2016, ore 18.30 – Abbazia del Loreto di Mercogliano (AV)

nell’ambito della rassegna “Eventi in Abbazia”.

“Echi di Napoli”

soprano Naomi Rivieccio
clarinetto Gaetano Russo
voce popolare e tammorra Romeo Barbaro

I Solisti della Nuova Orchestra Scarlatti
violini Francesco Solombrino, Veronica Menditto
viola Carmine Matino   violoncello Pierluigi Marotta 
contrabbasso  Luigi Lamberti

ingresso libero e gratuito

 

 

 

Echi di Napoli è un variegato collage attraverso i secoli dell’universo sonoro partenopeo. Filo rosso del programma, un suggestivo canto d’amore e di protesta risalente alla Napoli sveva del ‘200. (I “maccaturi” di cui si parla non sono solo pegni tra fidanzati, ma anche terre confiscate ai contadini meridionali dai funzionari di Federico II; proposto inizialmente dalla voce sola nella sua nuda espressione popolare, si farà poi ‘tradizione’ con l’accompagnamento di un antico strumento a percussione mediterraneo – la tammorra – e quindi ‘cultura’, in una raffinata trascrizione  per soprano e archi). Si procederà nel nome di Pergolesi, tra mito e realtà,  prima con la Trio-sonata per archi tradizionalmente attribuitagli (probabilmente del più tardo compositore Domenico Gallo, e resa celebre nel mondo da Stravinskij con il suo balletto  Pulcinella, manifesto del neoclassicismo musicale europeo), poi con Vannella che con il dialetto antico, sapido e sensuale dell’aria Chi disse ca la femmina, da Lo frate ‘nnamorato, porta la vita vera sulla scena. Il calabrese Leonardo Vinci (1690 ca. – 1730), uno dei padri dell’opera napoletana, mostra tutta la verve della sua vivacissima invenzione nelle Tre danze proposte in una raffinata revisione novecentesca. L’Aria di Madama Erlecca, tratta dalla farsetta per musica Li sposi per accidente di Cimarosa, è una pagina di fine ‘700 che sotto innocenti vesti femminili e una vitalità già quasi rossiniana cela un vibrante inno alla libertà in cui spira il vento delle rivoluzioni imminenti. Ancora Cimarosa, con la sua Serenata di Pulcinella proposta in un’inedita, suggestiva versione: una trama sonora di pochi strumenti crea un’atmosfera ipnotica, lunare, che trasforma il nostro Pulcinella con le sue “llacreme d’ammore e no sputazza…” in un dolente Pierrot.
Si cambierà clima con il luminoso sogno mediterraneo di Me voglio fa’ ‘na casa di Donizetti, dove il maestro bergamasco innesta la sua invenzione sempre classicamente nitida sul più squisito idioma musicale partenopeo. L’elegante Mercadante con la sua Rosa ci condurrà nell’atmosfera da salotto tardo ‘800 della Fantasia per clarinetto e archi, brano inedito del reggino Giorgio Miceli (1836-95), un godibile pot-pourri  fra canzone napoletana e accenti rossiniani. Dopo il Ritornello riproposto in versione cameristica, ecco il primo successo popolare della canzone napoletana, Te voglio bene assaje, brano vincitore del primo festival canoro italiano, la Festa di Piedigrotta del 1839, e poi, a chiudere il cerchio fra passato e presente, una modernissima versione di Cicerenella, antica tarantella di Posillipo dalla perturbante tonalità in minore: i vari strumenti si uniranno man mano alla voce in un crescendo serrato dalla prima all’ultima nota.

 

programma

Anonimo  Ritornello delle lavandare del Vomero  (voce sola)
D. Gallo (attr. a G. B. Pergolesi)  Trio-sonata per archi in sol maggiore
G. B. Pergolesi  da Lo frate ‘nnamorato: Aria di Vannella Chi disse ca la femmena
L. Vinci  Tre danze antiche
D. Cimarosa da Li sposi per accidente: Aria di Madama Erlecca  Lungi dal core
Anonimo  Ritornello delle lavandare del Vomero  (voce e tammorra)
D. Cimarosa  Serenata di Pulcinella
G. Donizetti  Me  voglio fa’ ‘na casa
G. S. Mercadante  La rosa
G. Miceli  Fantasia per clarinetto e archi
Anonimo  Ritornello delle lavandare del Vomero  (sopr. e archi)
F. Campanella (attr. a G. Donizetti)  Te voglio bene assaje
Anonimo Cicerenella